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La depressione è caratterizzata da un umore triste costante, perdita d’interesse per qualsiasi attività e da un calo d’energia. I sintomi sono accompagnati da una bassa autostima e fiducia in sé, da un senso di colpa ingiustificato, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, riduzione dell’appetito e del desiderio sessuale, dolori fisici e in alcuni casi pensieri di suicidio. La depressione ha conseguenze importanti su tutti gli aspetti della vita sociale, familiare, affettiva e professionale.
Si parla di depressione grave quando la funzionalità della persona è ridotta in maniera significativa e sorgono difficoltà importanti nella gestione della quotidianità. In alcuni casi può diventare cronica, con episodi ricorrenti che possono durare tra i 6 e i 12 mesi, a volte anche più a lungo.
L’ansia è uno stato di agitazione psichica e di insicurezza, che non è per forza legato a un oggetto preciso.
Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia.
Disturbo d’ansia generalizzata
Il disturbo d’ansia generalizzata è uno stato permanente di ansia e preoccupazioni eccessive, della durata di almeno sei mesi. Lo stato d’ansia non è legato a un oggetto o a una situazione precisa. Si tratta di un’enorme inquietudine che si manifesta in quasi tutti gli aspetti della vita professionale, familiare, affettiva e sociale.
Questa inquietudine è difficile da controllare e compromette la qualità di vita quotidiana. Spesso è accompagnata da stanchezza, tensioni muscolari, dolori, mal di testa e/o mal di pancia, agitazione, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, malumore.
Attacco di panico e disturbo da attacchi di panico
L’attacco di panico è la comparsa improvvisa di una paura intensa, di una sensazione di morte o di catastrofe imminente, in una situazione nella quale non vi è nessun pericolo reale. Può durare circa 30 minuti.
Il disturbo da attacchi di panico è caratterizzato da attacchi di panico ricorrenti che si manifestano senza preavviso. Gli attacchi diventano cronici e hanno conseguenze importanti sulla vita sociale e professionale.
Fobie
La fobia è una paura irrazionale, intensa e specifica verso un oggetto o una situazione particolare. Può trattarsi di paura nei confronti di determinati animali o oggetti, dell’altitudine, di mezzi di trasporto, di luoghi chiusi, della folla, ecc. Talvolta la fobia è legata al rapporto con gli altri o a una preoccupazione relativa a un difetto immaginario del proprio corpo.
È normale avere dei momenti nei quali compaiono paure di questo genere. Diventa problematico quando le paure sono talmente forti che si ripercuotono sulla vita quotidiana.
La paura non è controllabile e causa una grande sofferenza. La persona fa di tutto per evitare gli oggetti o le situazioni che provocano la paura e metterà in atto strategie per evitare l’oggetto o la situazione oppure userà rituali per tentare di calmarsi.
Disturbo ossessivo compulsivo (DOC)
Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da paure o pensieri particolari, molto negativi, che invadono la mente in modo permanente. Talvolta si tratta di parole, numeri, idee di morte, ma può anche essere la fobia di una malattia o dei microbi.
Questi pensieri ossessivi provocano ansia. La persona combatte le proprie paure cercando di eliminarle tramite gesti ripetitivi, incontrollabili e che deve assolutamente mettere in atto.
I disturbi psicotici implicano diversi stadi: dallo stato mentale a rischio, il primo episodio di psicosi, la psicosi. Solamente una minoranza di persone con uno stato mentale a rischio svilupperà un primo episodio di psicosi. Lo Stato mentale a rischio. Può succedere ad alcune persone di vivere delle esperienze insolite: sentire rumori, suoni o voci, o avere la sensazione di essere osservati, spiati o che qualcuno voglia fare loro del male. Spesso questi episodi sono transitori e poco preoccupanti. Se tuttavia persistono, potrebbero indicare uno “stato mentale a rischio”, una condizione che può manifestarsi in vari modi. Le manifestazioni più frequenti sono: cambiamenti significativi degli interessi, dei desideri o delle amicizie; sensazione di avere dei superpoteri o che le cose accadano appositamente per sé; cambiamenti di comportamento senza motivo apparente; interesse nuovo o eccessivo per fenomeni insoliti, soprannaturali o per le teorie che cercano di spiegarli; impressione di sentire o vedere in maniera diversa dal solito; rapido calo, difficilmente spiegabile, del rendimento scolastico o lavorativo; difficoltà a riflettere o avere la sensazione che le idee si muovano troppo velocemente per tenerle sotto controllo; difficoltà a distinguere tra le esperienze vissute realmente e quelle pensate/immaginate; avere l’impressione di non “abitare” più il proprio corpo, o di vedersi parlare o agire dall’esterno; avere l’impressione di essere osservati, filmati, perseguitati, registrati o spiati; difficoltà a stare attenti e a concentrarsi. Uno stato mentale a rischio è caratterizzato dalla presenza di sintomi psicotici lievi. In alcuni casi, può evolvere in un primo episodio di psicosi.
Il disturbo della personalità di tipo “borderline” è caratterizzato da una forte instabilità e da una grande impulsività, in particolare nei rapporti con gli altri.
I sintomi possono variare da una persona all’altra. La persona può provare emozioni estreme (per esempio la paura dell’abbandono) oppure adottare comportamenti che mettono a repentaglio la propria incolumità (automutilazioni, consumo di sostanze, comportamento sessuale a rischio, bulimia). La persona può avere comportamenti suicidali, manifestare importanti alterazioni dell’umore (irritabilità, ansia, collera, litigiosità) o ancora provare un senso di vuoto. In situazioni di stress importante, la persona può sentirsi perseguitata o avere l’impressione che il proprio corpo e lo spirito si dissocino.
I sintomi, che si manifestano spesso alla fine dell’adolescenza, hanno conseguenze importanti sulla vita delle persone affette e sul loro entourage. Nella vita di tutti i giorni è difficile sopportare la grande varietà di emozioni e la loro intensità. I familiari si sentono spesso impotenti di fronte all’intensità delle emozioni, ai bruschi sbalzi d’umore e ai comportamenti della persona affetta.
Il disturbo borderline si può trattare con l’aiuto di una psicoterapia, talvolta associata a una terapia farmacologica (per esempio antidepressivi), che serve a controllare alcuni sintomi.
I disturbi correlati a dipendenze comprendono l’alcolismo e il tabagismo (droghe legali), le dipendenze da sostanza (droghe illegali: cannabis, eroina, cocaina, ecc., nonché l’abuso di farmaci) e le dipendenze comportamentali (= dipendenza da gioco, internet, ecc.).
Il consumo importante e ripetuto di una sostanza che agisce sul cervello (detta psicoattiva), come l’alcol, il tabacco, le droghe e i farmaci, è nocivo per la salute e crea una dipendenza. La dipendenza è un desiderio talmente forte di assumere la sostanza che è difficile, se non addirittura impossibile, controllarne il consumo. La persona dipendente sviluppa un’assuefazione al prodotto (“abitudine”) e quando non la consuma compaiono i cosiddetti sintomi di astinenza. Il grado di dipendenza varia secondo la sostanza e la persona.
Esistono anche dipendenze comportamentali, come la dipendenza dal gioco d’azzardo. Questa particolare forma di dipendenza può provocare l’indebitamento eccessivo, condurre alla depressione e addirittura indurre a compiere atti di delinquenza.
Il disturbo affettivo bipolare è caratterizzato da forti alterazioni dell’umore: la persona vive fasi di grande eccitamento (le cosiddette «fasi maniacali»), seguite da periodi di depressione, intercalate da momenti di stabilità.
Nelle fasi maniacali si osservano per esempio una grande accelerazione del pensiero, un aumento dell’attività fisica e della voglia di parlare, difficoltà di concentrazione, un calo del bisogno di dormire, un aumento dell’energia sessuale o della socievolezza o anche l’aumento di acquisti sconsiderati. A volte si manifestano sintomi psicotici, come pensieri deliranti o allucinazioni.
Per contro, le fasi depressive sono caratterizzate da tristezza, perdita d’interesse, stanchezza, disturbi dell’appetito e/o del sonno, perdita dell’autostima, difficoltà di concentrazione, pensieri negativi o idee di suicidio.
Il disturbo bipolare può avere conseguenze importanti sulla vita quotidiana, ma non impedisce necessariamente il funzionamento della persona a livello professionale o sociale. Gli sbalzi d’umore e le alterazioni del normale funzionamento vengono spesso notati dapprima dall’entourage, talvolta ancora prima che la persona stessa si renda conto della situazione.
Come trattare il disturbo affettivo bipolare?
Prima si inizia la cura, migliore sarà il decorso. Il disturbo bipolare si tratta con una psicoterapia associata a un trattamento farmacologico (spesso uno stabilizzatore dell’umore).
disturbi del comportamento alimentare (DCA) raggruppano i due principali disturbi legati all’alimentazione: l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
L’anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è un disturbo del rapporto con il cibo che si manifesta generalmente nel periodo dell’adolescenza o della pre-pubertà.
È caratterizzata da una perdita di peso intenzionale e dal mantenimento di un peso basso, ma anche dal fatto che la persona consuma solo determinati alimenti. La persona ha inoltre la tendenza a fare troppo sport.
La persona affetta soffre di un senso di perdita di controllo, di un profondo senso di colpa, di depressione e ansia. Vorrebbe sbarazzarsi del cibo ingerito in tutti i modi possibili (provocando il vomito e usando dei lassativi). Il cibo diventa spesso una fonte di tensione psichica molto intensa nonché una fonte di conflitto con la propria famiglia. L’anoressia può manifestarsi da sola oppure essere accompagnata da episodi di bulimia.
La bulimia nervosa
La bulimia è caratterizzata dall’assunzione ripetuta di una grande quantità di cibo in poco tempo e, in alcuni casi, da una preoccupazione eccessiva per il controllo del peso. In alcuni casi questo porta la persona a provocare il vomito o a utilizzare prodotti lassativi per eliminare ciò che ha mangiato.
I disturbi alimentari hanno conseguenze importanti e pericolose per la salute. Nei bambini o negli adolescenti tali comportamenti mettono a repentaglio il processo di crescita, ma anche la vita. Lo stato fisico generale subisce un deterioramento. A livello psichico, la persona soffre generalmente di ansia, che può sfociare in depressione e in pensieri suicidali. In alcuni casi compaiono anche disturbi ossessivo-compulsivi (DOC).
Come trattare i disturbi del comportamento alimentare?
In presenza di sintomi legati ai disturbi alimentari è importante consultare rapidamente il proprio medico di famiglia, che potrà valutare qual è la migliore terapia da seguire.
Innanzitutto è necessario un controllo medico del peso e dello stato generale e attuare un programma di rieducazione nutrizionale. Parallelamente è consigliato seguire una psicoterapia, che prevede anche il coinvolgimento della famiglia del bambino o dell’adolescente. Per queste cure non è necessario il ricovero in ospedale.
Tuttavia, in alcuni casi il grado di urgenza per la salute della persona rende necessario il ricovero in ospedale. In seguito, il ritorno a casa e alla vita normale avviene in modo graduale, con un accompagnamento per evitare ricadute.
Il disturbo post-traumatico da stress consiste in ricordi ricorrenti e inopportuni di un evento traumatico opprimente; gli ultimi ricordi risalgono a > 1 mese e iniziano entro 6 mesi dall'evento. La fisiopatologia del disturbo non è del tutto nota. I sintomi comprendono anche l'evitare gli stimoli associati all'evento traumatico, gli incubi, e le allucinazioni. La diagnosi si basa sull'anamnesi. Il trattamento consiste nella terapia EMDR; terapia dell'esposizione e in quella farmacologica.
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